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Oltre tre secoli di carcere sul clan Bellocco di Rosarno (RC)

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di Claudio Cordova - C’è anche il procuratore capo, Federico Cafiero de Raho alla lettura del dispositivo con cui il Giudice per l’Udienza Preliminare, Davide Lauro, ha comminato oltre tre secoli di carcere nei confronti di boss e affiliati al potente clan Bellocco di Rosarno nell’ambito del procedimento “Tramonto-Blue call”. Il procuratore Cafiero de Raho è al fianco dei sostituti Giovanni Musarò, Luca Miceli e Matteo Centini, che hanno portato avanti indagine e processo, celebrato con rito abbreviato. E’ al fianco dei suoi sostituti, Cafiero de Raho, per sottolineare l’importanza del processo celebrato contro uno dei casati storici della ‘ndrangheta, ma anche per testimoniare, ancora una volta, l’unità e la coesione dell’Ufficio di Procura, spesso colpito da forze interne ed esterne che, tramite il protagonismo di qualcuno, mirano ad indebolire la il pool di investigatori. Anche per la presenza del procuratore, oltre che per la grande quantità di pubblico, l’aula bunker di Reggio Calabria è ancor più blindata, con un servizio d’ordine, composto da Polizia, Carabinieri e personale della Full Service, che funziona alla perfezione.

Il Gup Lauro ha dunque accolto in pieno l’impianto accusatorio proposto dai pm Musarò, Miceli e Centini, condannando 33 persone e assolvendone solo una, Luigi Amante. Molte delle condanne emesse dal Gup sono inoltre conformi alle richieste avanzate il 31 marzo scorso dai tre magistrati titolari del caso. In particolare, la condanna più dura è quella comminata nei confronti di Michele Bellocco, punito con 17 anni e 4 mesi. Condanne molto dure – anche alla luce del fatto che il procedimento si svolge con rito abbreviato (e quindi con la riduzione di un terzo della pena) – anche per il giovane Antonio Bellocco (classe 1988), punito con 14 anni di reclusione, per Domenico Bellocco (classe 1981), condannato a 14 anni e 4 mesi, Umberto Bellocco (classe 1983), condannato a 14 anni, Condannate anche le diverse donne portate a processo dalla Dda di Reggio Calabria: Emanuela Bellocco (8 anni), Maria Angela Bellocco (10 anni e 8 mesi), Aneta Brewczyna (3 anni) e Maria Serafina Nocera (8 anni),

Il giudizio che si è celebrato davanti al Gup è il frutto dell’unione dei due procedimenti. L’indagine “Blue Call” (svolta in collaborazione con la Dda di Milano) verrà avviata nel 2010, all’indomani della maxioperazione “Rosarno è nostra”, con cui verranno pesantemente colpiti i clan del luogo: erano infatti stati documentati gli interessi criminali ed imprenditoriali della cosca Bellocco in Emilia Romagna e la “spaccatura” in atto di alcuni suoi elementi con la temibile cosca Pesce di Rosarno. Dal complesso delle attività sarebbe stato accertato quindi l’interesse della cosca Bellocco ad acquisire una società attiva nel settore dei call center: tra la fine del 2010 e gli inizi del 2011, come emerge dalle conversazioni tra gli indagati, Bellocco ed il suo gruppo criminale entreranno nel pieno possesso dell’azienda, pur non comparendo in atti ufficiali e ricoprendo ruoli di alcun genere, segno di una gestione dell’impresa reale ma mai formalizzata, tale da consentire alla cosca rosarnese il pieno controllo della persona giuridica, il godimento dei relativi frutti allo scopo di evitare eventuali e futuri provvedimenti di sequestro.

L’indagine, dunque, è la riunione di vari procedimenti (tra gli altri anche “Vento del Nord”) e al suo interno sono confluiti anche gli atti delle inchieste “Crimine”, “Reale” e “Maestro”. L’indagine “Tramonto”, invece, metterà sotto la lente d’ingrandimento le attività illecite a San Ferdinando. In quell’occasione, tra gli arrestati, anche due vigili urbani. I pubblici ministeri Musarò, Centini e Miceli hanno dunque chiesto e ottenuto severità evidenziando che restano sullo sfondo gli omicidi di Palmiro Macrì (avvenuto nel luglio 2008) e il duplice omicidio di Scilla di Luglio 2009. Omicidi di cui aveva parlato la testimone di giustizia Maria Concetta Cacciola, sulla cui morte, per ingestione di acido muriatico, vi sono diversi elementi che inducono a ritenere che si sia trattato di un omicidio e non di un suicidio, come invece verrà indicato in un primo momento (anche sulla scorta di diversi tentativi di depistaggio).

Il Gup ha inoltre comminato multe per circa centomila euro.

Questo il dettaglio della sentenza, che si compone di 33 condanne e di un’unica assoluzione:

1. Luigi Amante assolto

2. Michelangelo Belcastro 8 anni

3. Antonio Bellocco classe 1980 8 anni

4. Antonio Bellocco classe 1988 14 anni

5. Berto Bellocco 11 anni e 8 mesi

6. Carmelo Bellocco classe 1956 10 anni e 8 mesi

7. Carmelo Bellocco classe 1987 11 anni e 4 mesi

8. Domenico Bellocco classe 1977 11 anni

9. Domenico Bellocco classe 1980 3 anni e 4 mesi

10. Domenico Bellocco classe 1981 14 anni e 4 mesi

11. Emanuela Bellocco 8 anni

12. Francesco Bellocco 5 anni

13. Maria Angela Bellocco 10 anni e 8 mesi

14. Michele Bellocco 17 anni e 4 mesi

15. Umberto Bellocco classe 1983 14 anni

16. Umberto Bellocco classe 1991 4 anni

17. Aneta Brewczyna 3 anni

18. Giuseppe Cotroneo 4 anni

19. Francesco D’Agostino 10 anni e 8 mesi

20. Vincenzo D’Agostino 10 Anni e 8 mesi

21. Francesco Elia 7 anni e 4 mesi

22. Bartolo Angelo Ligato 10 anni e 8 mesi

23. Carlo Antonio Longo 12 anni

24. Pasqualino Malvaso 8 anni

25. Francesco Mercuri 10 anni e 4 mesi

26. Francesco Nocera 12 anni

27. Maria Serafina Nocera 8 anni e 8 mesi

28. Domenico Oliveri 13 anni e 4 mesi

29. Rocco Panetta 10 anni e 4 mesi

30. Luigi Piromalli 10 anni e 4 mesi

31. Raffaele Rullo 10 anni

32. Giuseppe Spasaro 5 anni

33. Luigi Timpani 8 anni

34. Francesco Zungrì 10 anni e 8 mesi

http://ildispaccio.it/primo-piano/44735-oltre-tre-secoli-di-carcere-sul-clan-bellocco-di-rosarno-rc


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